…un anno senza Don Giovanni

1 Agosto 2005 Off Di Life


Dopo una lunga malattia, il 3 agosto 2004, Don Giovanni Pulignano abbandonava la vita terrena. E? passato un anno dalla sua morte, ma il ricordo di questo sacerdote rimane sempre indelebile in coloro che lo hanno conosciuto. Per chi non ha avuto il privilegio e l?onore di stargli vicino, non ? facile spiegare in modo esauriente la figura di questo sacerdote, costantemente, umanamente e sapientemente dalla parte dei pi? deboli e di coloro che soffrono.
Le Comunit? Parrocchiali nel nostro paese, nell?esprimere dolore per la Sua morte, affissero un manifesto che cos? concludeva: ?Caro Don Giovanni, caro Amico fraterno, non asciugheremo le nostre lacrime, non permetteremo alle nostre parole di essere soffocate dal pianto e dal dolore, ma guarderemo l?altare sognando la Tua Presenza, e ci? che le nostre orecchie udiranno sar? la Tua Voce, che ci accompagner? per tutta la nostra esistenza, certi che ci incontreremo ancora, in quel Regno dove Dio consentir? ai nostri occhi di vedere per sempre la Luce che ora ci viene tolta. Arrivederci Don Giovanni e, se puoi, illumina ancora dai Cieli i nostri giorni con il Tuo sorriso e la Tua Fede?. Nell?intento di dare un contributo nell?onorare questo sacerdote che tanto ha fatto per il nostro paese, abbiamo ritenuto utile sentire due persone che gli furono molto vicino: Caterina Mangiaruga e Lella Granata.

Signora Mangiaruga, lei ? stata legata da profondo rispetto e amore per Don Giovanni, collaborando fianco a fianco con lui. Cosa faceva e cosa fa attualmente nell?Oratorio?

Nell?Oratorio ho mosso i primi passi come educatrice. Con Don Giovanni c?? sempre stata fiducia e stima reciproca, tanto che mi affid? l?incarico di tesoriere, incarico che ancora adesso ricopro.

Ci descriva il suo  primo incontro con Don Giovanni.

L?ho incontrato per la prima volta quando avevo appena 12 anni, in occasione della mia Cresima, e subito sono stata  affascinata dal suo sorriso, dalla sua serenit?. Fu lui che mi diede lo stimolo per intraprendere il cammino neocatecumenale. In quegli anni vivevo una crisi esistenziale, non sapevo in cosa credere, ero confusa, non vedevo chiaro in me. Mi circondavo di persone che credevano in un'altra religione, e non riuscivo a capire quale strada scegliere. Furono i colloqui con lui che riuscirono a fare chiarezza dentro di me, e a farmi scegliere la strada che ora ritengo sia la pi? giusta.

Qual?era la sua dote pi? grande?

Tanta umanit? ed una bont? infinita, non ci faceva pesare neanche le cose che non approvava, non era drastico, ti portava con dolcezza a capire il perch? del suo diniego.

Cosa ha provato nei momenti della sua andata a Laterza e della sua morte.

Quando and? a Laterza fu per me un momento di profonda tristezza, fu una doccia fredda, proprio non me lo aspettavo. Non pensavo potesse accadere dopo tanti anni a Palagiano.
Lo abbracciai per l?ultima volta un mese prima che morisse. Alla sua morte provai una tristezza infinita che non riesco a descrivere, una tristezza che mi spingeva a parlare ancora con lui, anche se sapevo che non poteva rispondermi, un?angoscia tale che mi spingeva a dirgli  di aver perso per la seconda volta mio padre.

Cosa farete nell?anniversario della sua morte?

Come Oratorio non abbiamo organizzato niente, perch? l?associazione socio-culturale Luce e Sale sta preparando un musical, alternato da immagini della sua vita religiosa, e testimonianze di persone che lo hanno conosciuto, per cui ci siamo associati a loro.

Cosa ricorda dei suoi consigli?
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Lo ricordo sempre sorridente, e le parole che diceva ad ogni nostro incontro, ?Dimmi, Caterina, dimmi?. Quando sono triste lo sogno, mi appare sempre sorridente, ed ? quel sorriso che mi aiuta a superare le avversit?.
Dei suoi consigli ricordo tre parole fondamentali ? Coraggio, spera nel Signore?. Parole che metto in pratica, e che mi accompagnano sempre. Ancora adesso sento la mancanza delle sue parole, dei suoi consigli, una mancanza che m?impedisce di instaurare con un altro sacerdote il rapporto che avevo con Don Giovanni.

Don Giovanni ha fortemente voluto e realizzato a Palagiano, ?Le Opere Parrocchiali?, un?aggregazione di giovani che si ritrovano anche quando gli educatori non ci sono. L?Oratorio ? stato creato da Don Giovanni proprio per i ragazzi, un posto pulito, un posto dove non ci sono videogiochi e macchinette varie, ma giochi semplici, il pallone, le carte, correre nei campi, proprio come si faceva una volta.

Professoressa Granata, quali erano i suoi compiti nell?Oratorio?

Pi? che altro ho frequentato la Parrocchia, sono stata per tanti anni nell?Azione Cattolica di cui Don Giovanni ? stato assistente e padre spirituale, molto vicino al settore giovanile. Ho tantissimi ricordi di quel periodo, ricordi meravigliosi, ricordi che mi porto nel cuore, sensazioni che ? difficile descrivere e che ormai appartengono al passato.

Ci pu? descrivere le doti umane di Don Giovanni?

Tra le tante doti l?umilt?, la generosit?, e soprattutto l?attenzione che Don Giovanni poneva sulla laicit?. Essendo stato il mio padre spirituale, fin dall?et? di 12 anni, quando ho iniziato il mio percorso in Parrocchia, mi ha sempre indicato l?umilt? come la strada pi? importante da seguire. Dire sempre si come la Madonna, perch? la Madonna ? stata la maestra, il modello per Don Giovanni, che aveva il si, Siat di Maria. Mi ha insegnato l?umilt? e la capacit? di perdonare sempre, e di riagganciare sempre i rapporti. Circa la sua generosit?, ricordo che da ragazzina, quando in parrocchia veniva qualcuno a chiedere, Don Giovanni, in silenzio, mandava me ed altri ad acquistare scarpe, e tutto ci? che serviva per coloro che avevano chiesto. Tanta, tanta generosit?! Altra dote importante che ho trovato in pochi sacerdoti, ? la valorizzazione della laicit?. Don Giovanni ha dato molto spazio ai laici, si ? sempre fidato, anche l? dove avrebbe dovuto essere pi? severo, pi? autorevole. Ha creduto sempre nella buona fede dei laici, e ci ha fatto crescere tanto come laici, dal punto di vista della fede, liturgico e umano.

Cosa ha fatto per Palagiano?


Penso che Don Giovanni rimarr? un punto fermo per Palagiano, prima di tutto perch? ha vissuto qui il suo sacerdozio per 30 anni, ed ? stato un sacerdote di grande spiritualit?, che ha saputo guidare le anime di Palagiano verso il Signore, in particolare le anime della sua Parrocchia, perch? Don Giovanni ? stato il primo a creare nel paese le zone missionarie, il primo a portare la messa fuori dalla chiesa. Ricordo le diverse messe celebrate nelle zone missionarie e la sua grande capacit? di coinvolgere le famiglie, di coinvolgere tutti, non dimenticando nessuno.

Come lo ricorda nelle sue preghiere?

Mi rivolgo sempre a lui come ad un mio angelo custode, e ogni volta che l?ho invocato, il Signore mi ha esaudito. Recentemente ho vissuto l?esperienza dell?adozione, e durante i viaggi fatti in Ucraina, Don Giovanni mi ? stato sempre vicino, e me lo ha dimostrato realmente perch? il Signore, attraverso la sua intercessione, mi ha esaudito.

Cosa gli direbbe se potesse parlargli?

Cosa gli direi, cosa gli ho sempre detto e cosa ora gli dico, perch? ora pu? comprendere meglio, ?Ti voglio bene e soprattutto grazie, grazie per avermi dato quei mezzi, quegli strumenti per accrescere in me la fede, grazie per essere stato il mio padre spirituale per tanti anni, grazie perch? attraverso questo percorso, questa guida, sei stato per me, dopo il Signore, il mio grande punto di riferimento nella mia vita di fede?.

Quale sua  frase o consiglio non potr? mai dimenticare?


Una frase che ? diventata il motto della mia vita, ?Metti Dio al primo posto e tutto torna al proprio posto?: ? una frase con la quale si ? invitati ad abbandonarsi, a fidarsi della Provvidenza di Dio, e nella mia esperienza di vita e di fede, posso dire che questo ? vero. Basta mettere Dio al primo posto nelle scelte che nella vita si fanno, e poi Dio ci pensa a sistemare tutto il resto.

Gianna Del Drago