Un’altra scivolata sugli specchi

Un’altra scivolata sugli specchi

21 Dicembre 2011 1 Di Life

Come ormai saprete già, il sindaco ha emesso una nuova Ordinanza in virtù della quale rettifica quella di venerdì 16 dicembre. Il sindaco, credendo di dimostrarsi magnanimo, tramite una nota fatta girare su facebook ne giustifica così la sua emissione:

appena sentito qualche mugugno, ancorché ingiustificato, ho immediatamente rettificato l’ordinanza limitandola al solo 24 e 25 dicembre, 31, 1 e 6 gennaio, ritenendo così di aver eliminato qualsiasi dubbio o polemica.”

Interpretando alla lettera questo nuovo insulto all’umana intelligenza, saremmo dunque al cospetto di un signorotto locale che graziosamente, pur di non farsi dire di essere un tantino cattivello, concede ai suoi sudditi attraverso un atto di clemenza di poter svolgere – se proprio vogliono – attività politica nei giorni che vanno dal 26 al 30 Dicembre e dal 2 al 5 Gennaio.

Se a questa interpretazione aggiungiamo la delirante giustificazione che il sindaco accampa per motivare la precedente ordinanza,

A dire il vero, fino a qualche tempo fa, a nessuna forza politica sarebbe venuto in mente di fare un comizio o svolgere attività politica in alcuni periodi particolari: Pasqua e Natale, soprattutto. Ma ormai il buon senso, si sa, la politica, in generale, lo ha smarrito da tempo ed assistiamo ad un continuo urlio della lotta politica che non rispetta più nulla e nessuno.”

ci si rende perfettamente conto di come, oltre a rappresentarsi come un signorotto, il sindaco si riconosca possessore dell’arte della divinazione. Ressa, in pratica, si ritiene capace di saper prevedere quello che le forze politiche palagianesi avrebbero in animo di fare durante il periodo delle festività e, eleggendosi patrono della cristianità, delle associazioni e delle scolaresche (detto per inciso, un sindaco, per di più anche insegnante, dovrebbe almeno ricordarsi che le scuole sono chiuse durante quel periodo), invia un avviso a tutti i miscredenti, gli infedeli e gli atei confessi che infestano la sacra landa che il Signore gli avrebbe affidato in cura: Avrete a vedervela con me!

Ora. Laddove si consideri che l’unico evento politico prevedibile con certezza, se si vuol evitare di essere automaticamente associati a dei mentecatti che si lanciano in previsioni gratuite, è costituito dalle Primarie del 7 e 8 Gennaio, appare chiaro ed evidente che l’unica vera preoccupazione del sindaco è stata quella di impedire a una coalizione a lui avversa di poter esercitare liberamente il proprio diritto a propagandare quelle primarie. Questo comportamento, mi sia consentito affermarlo, denota immaturità politica e mentalità autoritaria.

Infine, pur non avendo nessuna voglia di tornare a definire Ressa ignorante, Ressa sembra aver preso gusto a farsi definire tale e non perde occasione per fornire degli assist.

Volendo dimostrare di avere estrema familiarità col pensiero di Marx – di cui si picca di ricordare perfino il secondo nome, Heinrich –, si avventura in una ricostruzione storica e sociale del periodo coevo al filosofo tedesco che farebbe arrossire di vergogna, per quanto appare strampalata, perfino uno studente di terza media cui fosse scappata di bocca. Secondo Ressa, le condizioni sociali dell’800 erano talmente migliori di quelle odierne da giustificare il fatto che Marx abbia potuto produrre la frase “la lotta è felicità”. Lasciando così intendere che gli operai di allora, sentendosi appagati e non avendo nulla di meglio con cui occupare il proprio tempo libero, si dedicassero alla lotta felicemente, così come ci si può dedicare al canottaggio, per dire.

Provo quasi pena nel doverlo spiegare a chi si ritrova in tasca una laurea che lo abilita all’insegnamento, ma devo farlo. L’unico significato attribuibile alla frase consiste nell’uguaglianza, retorica, che Marx stabilisce esserci tra mezzo e fine. Se il fine è la felicità, ovvero il superamento dello stato di infelicità, il mezzo per conseguire quel fine è la lotta. Lottando, in buona sostanza, secondo Marx l’uomo pregusta la felicità che intende raggiungere.

Mimmo Forleo