Il convegno dell’IdV sull’Ambiente

Il convegno dell’IdV sull’Ambiente

2 Dicembre 2011 0 Di Life

Partiamo intanto da un’annotazione, il pubblico è stato abbastanza numeroso e, soprattutto, si è trattenuto fino alla fine, segno che la questione ambientale è avvertita come impellente. Su questo non avevamo dubbi, ma la domanda che oggi occorre porsi è un’altra e riguarda il come tale questione viene avvertita.

Se qualcuno pensa che l’opinione pubblica sia disposta, in nome dell’ambiente, a sobbarcarsi ogni tipo di sacrificio economico, quel qualcuno potrebbe aver sbagliato i suoi conti; sono lì a dimostrarlo il mio intervento a quel convegno – di cui dirò tra poco, che è stato perfettamente in linea con le cose da me sostenute qui su Palagiano.net e che non mi sembra abbia riscosso segni di disapprovazione, e l’evasività con cui l’assessore Nicastro ha risposto alle domande che tendevano a “costringerlo” nell’angolo della plausibilità scientifica ed economica utilizzata per giustificare il massiccio ricorso alla differenziata che la politica si augura e impone.

Mi rifaccio al mio intervento per esemplificare il tipo di obiezione che considero possibile e necessario muovere alla politica: La battaglia contro gli inceneritori ha un suo fondamento scientifico? Se si, perché non si rendono pubblici gli studi contenenti quel fondamento?

Ritengo che sia troppo sbrigativo infatti rispondere, come risponde Vendola, che il ricorso alla differenziata s’impone stante il fatto che è l’Unione Europea a raccomandarlo e che esisterebbe una letteratura scientifica in proposito. Vendola non dice se quella supposta letteratura sia minoritaria o maggioritaria nell’ambiente scientifico, però avverte il bisogno di ricorrere all’autorità scientifica, proprio lui che si è distinto per aver offerto finanziamenti pubblici a una fondazione che tutto è meno che scientifica, quella presieduta da Mario Capanna!

Va bene, esiste l’obbligo derivante dalla scelta fatta in sede europea, ma chi ci assicura che quell’obbligo, piuttosto che da precise conclusioni scientifiche, non sia scaturito da pregiudizi ideologici? La miglior prova della forza ancora posseduta dal pregiudizio antiscientifico è fornita proprio dall’esempio, testé citato, riguardante lo strano rapporto che intercorre tra Vendola e Capanna.

Con la questione riguardante i rifiuti, la politica sta fornendo un altro chiaro esempio del modo in cui tratta il cittadino: lo considera incapace di intendere e di volere quando le scelte sono ancora da farsi, restringendo a se stessa il campo delle decisioni ed escludendone il cittadino, salvo poi pretendere che lo stesso cittadino si comporti da persona matura una volta che le scelte sono maturate. Di grazia, di quale democrazia parlano i politici quando ne parlano?

Anche dal lato economico balzano evidenti le contraddizioni in cui la politica è costretta a sguazzare. Nell’arco di pochi mesi, quelli che vanno dal febbraio scorso a oggi, abbiamo avuto modo di assistere a un giro di valzer che non sfigurerebbe nemmeno nelle migliori balere di Vienna. Siamo passati da Vendola che demonizzava l’uso economico dei rifiuti a Nicastro che si dice preoccupato da una loro eventuale diminuzione causata dalla crisi economica in atto. Perché, sostiene l’assessore, i rifiuti vanno considerati, alla pari di ogni altro bene economico, una ricchezza.

Si dimostrasse in grado, Vendola, di portare le prove scientifiche di cui dà come certa l’esistenza, potremmo anche dirci d’accordo con lui nel considerare criminale la politica industriale volta a incenerire i rifiuti per ottenerne energia, ma come potremo mai dirci d’accordo con chi, Nicastro, giunge a rappresentarsi il rifiuto come bene economico e poi non si chiede come mai le imprese private sentono il bisogno di essere finanziate per trattarlo? La logica economica si è del tutto estinta in questo paese?

Voglio ora affrontare brevemente un tema che è stato trattato a margine della discussione sull’ambiente, quello riguardante la cosiddetta “Green Economy”.

Giusto per ribadire l’enorme ritardo non solo culturale che in Italia scontiamo quando proviamo a cimentarci con i temi ambientali ed economici, ieri sera è stato sostenuto che la “Green Economy” rappresenterebbe “l’economia del futuro” e “l’occasione da cogliere per creare nuovi posti di lavoro”. Bene, allo scopo di far comprendere quanto sia promettente per il futuro e quanti posti di lavoro potrebbe originare, non ho neppure bisogno di produrre da me le confutazioni necessarie. Vi lascio godere in santa pace la lettura di questo brevissimo articolo.

Mimmo Forleo