COMPLOTTO INTERNAZIONALE CONTRO L’OMINO DI BURRO

4 Giugno 2009 0 Di Life

Il carro arrivo’ silenziosamente, senza fare nemmeno il piu’ impercettibile dei rumori – racconta Carlo Collodi – perche’ “le sue ruote erano fasciate di stoppa e cenci”. Era gia’ sera. I ciuchini variopinti che trainavano il carro non erano ferrati, ma calzavano stivaletti da uomo.
Teneva le redini “un omino piu’ largo che lungo, tenero e untuoso come una palla di burro”, il quale rideva sempre. Rideva, e rideva ancora, sempre piu’ seducente. Infatti, “tutti i ragazzi, appena lo vedevano, ne restavano innamorati e facevano a gara nel montare sul suo carro”.
In poche ore, l’omino li avrebbe portati nel favoloso, meraviglioso, spettacolare mondo dei balocchi, il “bel paese” dove finalmente avrebbero potuto giocare tutto il giorno, tutti i giorni, senza piu’ andare a scuola, senza vedere un libro nemmeno da lontano, senza avere piu’ maestri. La vita bella, la vita dolce, la vita vera che ognuno ha sempre sognato.
Lucignolo salto’ agilmente e in fretta sulle stanghe del carro, mentre Pinocchio resto’ a terra, tentennante. Lucignolo e tutti gli altri bambini, allora, cominciarono a gridargli: “Vieni via con noi e staremo allegri! Vieni via con noi e staremo allegri!”. E ancora: “Non ti fasciare il capo con tante malinconie. Pensa che andiamo in un paese dove saremo padroni di fare il chiasso dalla mattina alla sera!”.
Pinocchio, quindi, si convinse: salto’ in groppa ad un asino poiche’ sul carro non c’erano piu’ posti, e col resto della combriccola parti’, guidato dall’omino di burro per andare nel Paese dei Balocchi.

Collodi ha scritto le “Avventure di Pinocchio” nel 1881. Quanti anni sono passati? Troppi, o forse troppo pochi…

In Italia, nel frattempo, abbiamo eletto e rieletto un pronipote dell’omino di burro a Presidente del Cosniglio. Vende un sogno straordinario, un’illusione fantastica. Non passa piu’ con la carrozza, ma con gli aerei di Stato. Non raccoglie piu’ bambini, ma belle ragazze, un cantante con la chitarra, e certe volte qualche Primo Ministro straniero. Porta tutti nelle sue ville grandi, bellissime, circondate da parchi: i nuovi Paesi dei Balocchi, dove ci si diverte, si gioca, si canta, si balla, si mangia e si beve, si passa le feste in compagnia. Certe volte porta alcune di quelle belle ragazze anche in Parlamento: ma solo se hanno una laurea, pero’, perche’ i titoli sono titoli, e bisogna essere qualificati per andare in Parlamento.
E’ tutto cosi’ bello, li’ nel Paese dei Balocchi, tutto cosi’ allegro, cosi’ spensierato. Tutto cosi’ ricco, lussuoso. Scintillante, vibrante. Tutto brilla e sono tutti quanti cosi’ attraenti, cosi’ ricchi, cosi’ famosi, cosi’ felici. E voi che restate fuori, a spiare dal buco della serratura della televisione, abbiate pazienza e state in campana: prima a poi, passera’ anche per voi forse non un aereo, ma un carretto si’, un gommone, una bicicletta, insomma: qualche cosa passera’ e vi prendera’, e vi portera’ nel Paese dei Balocchi. Aspettate, abbiate pazienza, e nel frattempo accontentatevi di gurdare, perche’ tanto l’omino di burro e’ un amico del popolo e prima o poi dara’ una pacca sulla spalla anche a voi. E non vi distraete: fissate ben bene lo sguardo sulla televisione, che’ se vi voltate, potreste spaventarvi vedendo la gente vera: le vostre donne con la cellulite e un po’ sformate, i vostri uomini con le sopracciglia fuori posto, e a corto di quattrini, i figli col contratto a progetto, gli immigrati che non si lavano, e quelli che si lavano – che pero’ puzzano pure loro. Le badanti ed i badati. Le bollette. La busta della spesa e la busta della monnezza. Gli affanni della vita quotidiana. Il cemento. Il sole e l’afa. Il traffico e gli autobus affollati.
Mamma mia, quant’e’ brutta la vita vera: meno male che c’e’ il Paese dei Balocchi, e noi almeno possiamo spiare dal buco della serratura…

Grazie, grazie omino di burro! Grazie, anche se tutti complottano contro di te! Tutti: Mastro Geppetto e il Grillo Parlante, il gatto e la volpe, quella cattiva fatina, il giudice scimmione, Mangiafuoco, e Melampo, e l’oste del Gambero Rosso! Tutti! Proprio tutti! Anche la nonna di Cappuccetto Rosso…

Maledetto Paese dei Balocchi del terzo millennio, dove si risveglia ciuchino pure chi non e’ salito sulla carrozza… Non so voi, ma io gia’ mi sento strano, e mi fa male il cocige, e mi sento tirar le orecchie, e la peluria sulle braccia mi cresce in fretta… E stavo pensando a qualcosa, stavo cercando di ricordare qualcosa: ma che cosa? Non mi ricordo piu’… a che cosa stavo pensando?

Ah, gia’! Quando si accorse d’aver la coda e le orecchie d’asino, Pinocchio grido’: “Ma la colpa non è mia: la colpa, credilo, Marmottina, è tutta di Lucignolo!…”.

Giuseppe Piccoli