Dì Qualcosa di Destra

30 Marzo 2009 0 Di Life

Che si tratti di confluenza o scioglimento, francamente non ha molta importanza.
Con Alleanza Nazionale, così come è già avvenuto coi DS, la nostra politica perde le ali e con esse le ideologie – le passioni civili – la storia che fu.
Probabilmente, un processo evolutivo inevitabile dove il concentrarsi di troppe variabili, sociali e economiche, tecnologiche e culturali, hanno mutato profondamente il quadro della nostra società. I vari protagonisti della politica, da Veltroni a Fini, non sono altro che dei comprimari.
Gli esecutori, quasi occasionali, di un progetto di trasformazione che in altre democrazie occidentali è in atto da un pezzo. E non dico che questo sia un male, anzi.
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Però, in attesa del divenire, mi resta una sola certezza: la cultura di Destra morrà in silenzio, l’estrema unzione viene data nel giorno della nascita del PDL.
Tralascio di proposito l’argomento Berlusconi.
Egli è solo un grande capo popolo che ha avuto il merito e la furbizia di riempire quel vuoto lasciato dalla fine della prima repubblica, colpita e affondata dal terremoto di tangentopoli, ma che nella politica non ha portato certo né cultura né tantomeno una identità di partito ben definita.
Ma se è vero che se non ci fosse stato Berlusconi AN non sarebbe mai diventato partito di governo, è altrettanto vero che Berlusconi se ne è servito per appropriarsi dell’anima della Destra. Tradizioni e radici storiche coltivate nel recinto dell’isolamento da uomini, storici e studiosi, ingiustamente perseguitati dall’egemonia ideologica della sinistra.

Si cita opportunamente Tatarella, il primo a pensare a un partito di centrodestra di ispirazione gollista; fondato sulla famiglia, forte nel riconoscersi nell’identità nazionale e nelle tradizioni popolari.
Si dimenticano però, Mario Tedeschi e Gianni De Marzio, i quali con Democrazia Nazionale negli anni settanta ebbero la stessa intuizione.
Un progetto poi rivelatosi fallimentare perché i tempi non erano maturi. Finiranno nel Baule dei ricordi Guareschi(che non è solo Peppone e Don Camillo), Giuseppe Prezzolini, Leo Longanesi, Augusto Del Noce, Renzo De Felice, e potrei continuare. Nomi sconosciuti ai più ma che con la loro opera storica – letteraria – filosofica, hanno alimentato quei valori che oggi sono maggioranza nel Paese e che ritroveremo(forse) nel nascente PDL(anche se non lo riconoscerà nessuno).

Intellettuali di destra messi all’angolo dai pregiudizi della cultura comunista e post – comunista, solo perché avevano osato sfidare il dogmatismo del pensiero antifascista. O meglio: consideravano fascismo e antifascismo come due esperienze del passato da consegnare alla storia per approdare finalmente alla riconciliazione nazionale. Spediti nell’oltre tomba del dimenticatoio dalla smania di potere finiano, semmai un giorno dovessero resuscitare, dovranno ringraziare alcuni intellettuali della sinistra.
Tra tutti Giampaolo Pansa.

Per il resto, addio a Fini, un uomo che sapeva comunicare con parole di Destra.

Rispettosamente, barracuda