I due miracolati, dalla Svizzera

I due miracolati, dalla Svizzera

8 Gennaio 2013 2 Di Life

I lettori di Palagiano.net che hanno avuto la bontà e la pazienza di leggere due dei miei ultimi post in cui mi sono occupato di economia (questo e quest’altro), avranno senz’altro notato la “smentita” che è calata su due previsioni che lì avanzavo. Tra l’altro a pochi giorni di distanza rispetto alla data di pubblicazione dei post.

Ricordo brevemente quanto sostenevo nei due post in questione: nel primo dicevo che “In pratica il disavanzo di spesa, nonostante le nuove tasse, invece di migliorare è addirittura peggiorato e solo uno sprovveduto, in tutti i sensi, potrebbe addebitare tale peggioramento all’azione di una «spirale dell’illegalità nelle sue varie forme».” La parte interessante è quella in neretto; al di là della forma assertiva, in realtà si trattava di previsione in quanto al momento possiamo solo ragionare su dati provvisori, forniti dalla Ragioneria generale e da Banca Italia.

Passavano pochi giorni e quasi tutti i giornali italiani dicevano il contrario. Repubblica in particolare titolava: “L’IMU fa crollare il fabbisogno 2012”. (Neretto mio.)

Spiego brevemente cos’è il fabbisogno: non è altro che la differenza (o eccedenza) tra i pagamenti (spese) effettuati dal settore pubblico e suoi incassi (tasse) in un determinato periodo di tempo. Quando i pagamenti eccedono gli incassi, si parla appunto di disavanzo; e quando tale disavanzo risulta essere superiore a quello verificatosi durante il periodo di tempo precedente, è possibile parlare di peggioramento del disavanzo.

La notizia secondo la Ragioneria generale, e dunque secondo il Governo, sarebbe invece che tale peggioramento non esisterebbe affatto e anzi staremmo assistendo a un miglioramento dei conti grazie all’IMU. Vediamo cosa scrive la Ragioneria il 2 Gennaio 2013:

Il fabbisogno annuo del settore statale del 2012 registra un miglioramento significativo rispetto all’anno precedente. Il fabbisogno del 2012 ammonta – con i dati provvisori al 31/12/2012 – a circa 48,5 miliardi, 15,2 miliardi in meno rispetto all’anno precedente che aveva chiuso con un fabbisogno annuo di circa 63,8 miliardi.”.

Se diamo retta alla Ragioneria, i 46 miliardi di euro pagati dagli italiani (dovuti alle due manovre del governo Berlusconi e all’ultima del governo Monti) sarebbero dunque serviti a qualcosa: il settore pubblico ne avrebbe ricavato un beneficio pari a 15,2 miliardi. Non è tantissimo, ma possiamo accontentarci.

Purtroppo però, per Monti e per noi, la Banca d’Italia ci racconta un’altra storia. Cliccate qui e scoprirete – grazie al Professor Ugo Arrigo, autore di questo articolo – che il debito pubblico nell’ultimo anno è cresciuto di 72,4 miliardi di euro. Vale a dire che il disavanzo dei conti è superiore di quasi 24 miliardi (72,4 – 48,5) rispetto alla previsione fatta dalla Ragioneria. Chi ha dunque ragione: Banca Italia oppure il Governo?

Conviene subito dire che le previsioni della Ragioneria sono sempre risultate sballate storicamente e bisognevoli di successive revisioni, guarda caso pressoché coincidenti con i dati di Banca Italia. Non ho mai capito il perché di questa imprecisione; ma se lo so io che esiste, figurarsi Monti!

A confronti fatti, comunque, risulta che il fabbisogno 2012 (72,4) supera quello 2011 (63,8) di 8,6 miliardi e dunque avevo ragione nel sostenere che gli italiani hanno pagato 46 miliardi di tasse inutilmente. O meglio, immaginate a quale livello sarebbe giunto il disavanzo senza quei 46 miliardi!

La beffa peggiore per Monti deve però ancora arrivare: tutto sommato ha ragione Berlusconi quando racconta che il suo governo avrebbe fatto meglio di quello del “tecnico” Monti. Sono i numeri a dargli ragione! Berlusconi aveva chiuso il 2011 con un fabbisogno ammontante a 63,8 miliardi, e senza poter usufruire del gettito che lui stesso aveva “concordato” con l’Europa, mentre Monti oltre a poter utilizzare quel gettito ha potuto contare anche sull’IMU, chiudendo il 2012 con un fabbisogno cresciuto fino 72,4 miliardi, il quale senza i 46 miliardi di tasse avrebbe raggiunto la cifra monstre di 118,4 miliardi di euro. Contribuendo così con 5 punti percentuali alla crescita del debito pubblico!

Si tratta di numeri impietosi per Monti, anche riconoscendo che buona parte di quei miliardi sono stati bruciati dalla fornace attivata dallo spread.

Parlando di spread giungiamo alla seconda delle mie previsioni: “Chiudere l’ossigeno a Monti un momento prima che lo spread cominciasse a risalire – e non certo per via delle dichiarazioni di Berlusconi, poiché è sul dato del disavanzo atteso di deficit che i mercati stanno “votando” in questi giorni – appare come il più crudele dei contrappassi per il Cavaliere.”

Molti di voi, nei giorni in cui dopo una breve impennata lo spread ha cominciato a scendere, fino e oltre i livelli auguratisi dal Professore, si saranno chiesti se per caso fossi impazzito. Tranquilli, non sono impazzito affatto, non più almeno di quanto Monti sia nel frattempo diventato una cima nel saper prevedere l’andamento dei mercati.

Monti è solo furbo, quando non si dedica alla distorsione menzognera della realtà. Sapeva meglio di me dell’intervento che la Banca centrale svizzera stava per effettuare sul mercato dei titoli sovrani (Bella forza!, lui è premier mentre io cerco di spiegare con i miei scarsi mezzi quel che accade). Io l’avevo appreso da Seminerio che la Svizzera stava comprando euro a tutto spiano per evitare che il suo franco si rivalutasse. Il problema era capire cosa la Svizzera stesse facendosene di tutti quegli euro accumulati.

Dapprima li ha utilizzati per acquistare bund tedeschi e poi, per evitare di accumulare titoli a rendimento negativo, era passata a fare shopping in Francia. Il “miracolo” di Hollande non ha nulla di miracoloso, ha solo un santo patrono ubicato a Zurigo. Spingere ulteriormente su tali acquisti, dopo che i titoli tedeschi avevano raggiunto e superato la soglia di rendimento zero, e dopo che quelli francesi gli si erano pericolosamente avvicinati, avrebbe potuto significare la rovina definitiva dei titoli emessi dai paesi periferici, Italia e Spagna, e la conseguente implosione dell’euro. Gli svizzeri, che non sono fessi, a quel punto avevano una sola scelta davanti: deviare l’acquisto verso i titoli di Spagna e Italia e speculare sugli alti rendimenti che loro stessi avevano in qualche modo innescato facendo salire il differenziale tra i titoli di questi paesi e quelli di Germania e Francia.

Questo è avvenuto esattamente, per buona fortuna di Monti, in coincidenza con la pubblicazione dei dati disastrosi relativi ai nostri conti pubblici e ha sortito un effetto calmierante sullo spread che aveva ricominciato a salire. Adesso resta da capire per quanto tempo ancora la Svizzera potrà distorcere i mercati a suo piacimento e, nel caso non dovesse durare a lungo, sono pronto a scommettere che il rally dello spread ricomincerà in maniera ancora più drammatica di prima.

Con certezza posso dire che la risalita dello spread sarà dovuta ai conti disastrati che costituiscono la vera eredità lasciataci da Monti, ma posso anche intuire che Monti sarà lesto, nel caso più che probabile di sua sconfitta alle urne, a discolparsene affermando che i mercati staranno bocciando il cattivo modo di votare degli italiani.

Mimmo Forleo

P.S. Apprendo divertito che Vendola avrebbe detto “Al diavolo i ricchi!”, volendo attaccare Monti. Mi muove a compassione questo ragazzo – governatore di regione meglio pagato d’Italia – che si crede ancora povero. Forse lo è per davvero un poveraccio, non certo però dal lato economico…