Il litorale è fortemente inquinato

2 Agosto 2012 1 Di Life

BARI – Anche quest’anno Goletta verde, non manca il suo appuntamento per verificare lo stato di salute dei mari pugliesi. Il laboratorio mobile di Legambiente ha esaminato 20 punti: più della metà dei campioni (13) risulta inquinato, per la precisione dieci sono stati classificati come «fortemente inquinati». L’istantanea presentata da Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, insieme a Francesco Tarantini, presidente Legambiente Puglia e all’assessore Fabiano Amati, non sembra molto diversa da quella dello scorso anno.
La situazione di Torre Guaceto, area naturale protetta, che preoccupava tanto gli ambientalisti già dallo scorso anno, è ancora critica. La foce canale Reale è una dei tre siti fortemente inquinati della provincia di Brindisi, insieme alle località La Forcatella e Torre Testa. Anche a Trani le piastre raccolte vicino lo scarico della villa Comunale sul Lungomare Piazzale Chiarelli si riconfermano per il terzo anno di seguito «illeggibili». Critiche anche le acque a Bisceglie, in località Torre Calderina, nei pressi dello scarico a mare del depuratore; e a Margherita di Savoia, alla foce dell’Ofanto. Massima allerta anche in cinque punti campionati nella provincia di Taranto: a Castellaneta Marina, in località Romanazzi, presso la foce del fiume Lato; a Palagiano, presso la foce del fiume Lenne; a Pulsano, nei pressi dello scarico del depuratore; a Lizzano, nei pressi del Canale dei Cupi; a Massafra, verso la foce del fiume Patemisco all’interno della Riserva Naturale Biogenetica Stornara. Valori batteriologici superiori ai limiti di legge sono stati riconfermati per l’ennesima volta a Bari a «Pane e Pomodoro», sul lungomare Perotti. Nella provincia di Foggia le acque vengono classificate come fortemente inquinate nel comune di Zapponeta, in località Foggiamare-lido Rivoli, presso la foce Torrente Carapelle. Lungo la costa pugliese sono state controllate anche alcune spiagge in gran parte segnalate dai cittadini come punti critici, ma che hanno registrato livelli di inquinamento batterico entro i limiti di legge.

La battaglia per la qualità delle acque si gioca a monte. «I dati di Goletta Verde – ha aggiunto Francesco Tarantini, presidente Legambiente Puglia – confermano lo scenario emerso in Puglia sul fronte del contrasto da parte della magistratura alla mancata o inadeguata depurazione. Ci appelliamo alla Regione affinchè metta in campo le risorse umane ed economiche necessarie al controllo del corretto funzionamento degli impianti esistenti, oltre a definire una strategia concreta per garantire a tutta la popolazione pugliese un’adeguata copertura fognaria e depurativa». «Non è il sistema di depurazione che ha delle pecche. – ha replicato l’assessore regionale alla protezione civile, Fabiano Amati – I dati ci dicono che bisogna accelerare l’entrata in funzione di alcuni depuratori in zone dove non ci sono. Abbiamo la necessità dei depuratori».
«Il nostro monitoraggio – ha ribattuto Ciafani – conferma quanto già emerso dai dati dell’Istat secondo cui la Puglia con il 60% è la quartultima regione d’Italia per percentuale di popolazione servita da un efficiente servizio di depurazione. Si tratta di un dato inferiore alla già modesta media nazionale del 76% ed addirittura più— basso del 66% su cui si attestano le altre regioni del Sud e le Isole. Dei 109 comuni italiani oggetto della recente condanna da parte della Corte di Giustizia Europea 6 ricadono in Puglia (Casamassima, San Vito dei Normanni, Casarano, Porto Cesareo, Supersano e Taviano)».

Fonte: Corriere del Mezzogiorno