Intervista a Don Vincenzo

14 Ottobre 2005 Off Di Life
E? nato prete!

Don Vincenzo De Florio da Palagiano, 77 anni di un intenso percorso di vita, sorretto da una fede incrollabile e da un?umilt? disarmante.
Parroco di frontiera, da sempre accanto agli emarginati, dai tossicodipendenti ai Rom, coi quali ha condiviso lunghi anni della sua missione, vive da tempo tra i piccoli dimenticati del nord-est brasiliano, terra di grandi contrasti ma ricca di quelli che lui stesso definisce ?sentimenti veri?.
Lo abbiamo incontrato in uno dei suoi soggiorni palagianesi, poich? ama ritornare alle origini quando pu? allontanarsi dalla diocesi di Santana do S?o Francisco in cui opera dal 1996.

E? nato prete! Don Vincenzo De Florio da Palagiano, 77 anni di un intenso percorso di vita, sorretto da una fede incrollabile e da un?umilt? disarmante. Parroco di frontiera, da sempre accanto agli emarginati, dai tossicodipendenti ai Rom, coi quali ha condiviso lunghi anni della sua missione, vive da tempo tra i piccoli dimenticati del nord-est brasiliano, terra di grandi contrasti ma ricca di quelli che lui stesso definisce ?sentimenti veri?.
Lo abbiamo incontrato in uno dei suoi soggiorni palagianesi, poich? ama ritornare alle origini quando pu? allontanarsi dalla diocesi di Santana do S?o Francisco in cui opera dal 1996.

Don Vincenzo o don Vicente?
Padre Vicente, l? il Don si d? solo ai vescovi.
Partiamo dall?inizio: quando ha sentito la vocazione? ? stata una scelta difficile?
Beh, penso che tutte le vocazioni richiedano solo disponibilit??cio?, se la vocazione ? una chiamata particolare, ? un progetto di Dio e ogni vocazione ? semplice perch? Dio ? semplice.
Una scelta di semplicit? allora?
In gergo ecclesiale noi diremmo ?disponibili al soffio dello Spirito di Dio??soffia, ci si lascia condurre.
Poi la decisione di vivere con i diseredati, con gli ?esclusi dalla cerchia dell?umanit??: i rom, i tossicodipendenti, i meninos?
Io amo sempre ripetere che ho scelto Ges? Cristo e cerco di incontrarlo laddove lo si incontra con pi? sicurezza. Non sono andato a cercare i diseredati ma con quelli che il Signore mi pone accanto cerco di non andare oltre. Quando incontro situazioni lungo il mio cammino?ricorda la parabola del Samaritano? Io cerco di fermarmi.
Il romanziere brasiliano Ubaldo Ribeira ha scritto: ?Con un viaggio rapido si passa dall?et? della pietra a quella dell?informatica?. Il suo Brasile com??? Com?? il mondo visto con gli occhi di uno dei suoi meninos?
Io sto in un piccolo villaggio che si potrebbe dire essere tutto una favela ma dove si vive la semplicit? del villaggio, dove la gente sa vivere con poco. I bambini vivono e amano il loro mondo. I grandi a volte mi dicono: ?Tu sei del primo mondo?, i meninos questo problema non se lo pongono, vivono nella gioia, giocano con semplicit?. La gente si meraviglia quando dico che l? ogni bambino ha un cavallo: una volta ho chiesto ad uno dei bambini perch? andasse con un bastoncino tra le gambe, lui mi ha risposto quasi con sfida: ?E? il mio cavallo!?. Vede, basta capire che significa ?cavallo?!

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Il Brasile ha il Pil in crescita del 3,7%, non a caso Tronchetti Provera investe in un Paese in cui ?la crescita ? celere perch? la popolazione ? giovane e la domanda ? forte?. Lo stesso ambasciatore italiano Valensise dice che Montezemolo ? a capo di un gruppo di imprenditori che mantengono contatti con partner locali: merito prima di Cardoso poi di Lula. Quanto influisce tutto ci? nella vita dei villaggi?
Negli emarginati villaggi del nord-est non influisce per nulla. Come si spiega? Il Brasile ? nato 500 anni fa: in Europa si dice ?la scoperta dell?America?, in America ?l?invasione degli Europei?. I Portoghesi che incontrarono gli Indios furono accolti con festa, loro non pensavano che fossero l? per conquistarli: ? stato fatto sterminio di chi non si sottometteva alla schiavit?. Il Brasile ? nato nello sfruttamento. Nel 1888, abolita la schiavit?, ? continuata quella di fatto perch? se togli le catene e non dai nessun mezzo di sussistenza significa continuare di fatto la schiavit?. Adesso il popolo ? succubo dei politici, Lula ha dato delle speranze, ci si aspettava di pi?, come minimo una seria riforma agraria. Dovrebbero essere espropriate terre che risultano abbandonate, come chiede il movimento Sem Terra, ma basta che i latifondisti ci mettano due mucche?basterebbe che la legge di riforma ponesse un limite massimo al latifondo, anche alto, purch? ci fosse. Quando sono arrivato c?era un progetto faraonico di riforma, oggi quelle estensioni enormi sono in mano alle multinazionali, ai politici, ai banchieri che le sfruttano con la tecnologia, quindi danno poco lavoro e la manodopera non ? assicurata ed ? sottopagata: 2 euro al giorno!
?e i bambini?
Loro giocano, sono allegri, felici.

Le paiono simili ai nostri?
Ah, no no, sono molto pi? felici: gli basta un bastoncino per avere un cavallo, una carta raggomitolata per avere una palla o se li inventano i giochi e, siccome sono giochi che loro hanno costruito, li soddisfa di pi?. Difatti quando mi dicono perch? non porti qualche ragazzetto qua, rispondo che lo renderei infelice perch? si sentirebbe povero in un mondo cos? sofisticato come il nostro.
Pensa che il nostro modo di vivere allontani i bambini dal sentire religioso?
Non saprei dire. So che la comodit? non aiuta a scoprire i valori perch? ti fermi al superficiale. Gli agi ti addormentano sui valori, si ? distratti dal dono della fede.

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Torniamo in Brasile: quali sono i veri nemici da combattere?
(Sorride) Non so vedere i nemici. Sono le situazioni che si dovrebbero combattere: lo sfruttamento che continua sulla povert? della gente. Ho l?impressione che i politici amino questa situazione perch? la possono sfruttare in pieno. La gente non ha n? coscienza n? forza di riappropriarsi della propria libert?, di fare scelte pi? sensate, anche perch? non si presentano alternative: in genere votano chi promette un chilo di fagioli perch? almeno lo otterranno. Dicono che ? meglio un uovo oggi che una gallina domani perch? quel domani non arriver? mai. Non hanno prospettive di scelta valide.
Subisce ostilit? da parte di qualcuno?
No, con i politici locali siamo in rapporto di rispetto. In genere quando viene la gente a chiedere come dare il pane ai loro bambini dico che dovrebbero essere loro a occuparsene, se aspettano che siano i politici?
Se dovesse paragonare l?esperienza con i Rom all?attuale?
Sono esperienze molto differenti che non ho vissuto come esperienza ma come vita. Sono due etnie che non si incontrano da sempre: con i Rom l?emarginazione ? pi? sociale invece con il nord-est brasiliano siamo nello sfruttamento economico.
Perch? ha lasciato il cammino con i Rom?
La Chiesa di Castellaneta sent? il bisogno di richiamarmi come vicario, io ho sempre cercato di lasciarmi condurre dal soffio dello Spirito. Avrei voluto continuare perch? dai Rom difficilmente si va, una volta tanto che Dio aveva trovato uno disposto a condividere la vita di questi fratelli?per? so che non sar? io a salvare il mondo! Ho dato il mio servizio, mi ? stato chiesto un altro servizio, forse perch? l?esperienza coi Rom doveva essere preparazione all?attuale servizio.
Poi c?? sempre il ritorno a Palagiano per??
Ogni anno per almeno 15 giorni, per una serie di motivi differenti: dagli anni che passano alle terme per rimettere in sesto la mia salute, a motivi familiari, al motivo ecclesiale per comunicare alla mia Chiesa la gioia di questo dono che sto vivendo.
Un ricordo caro che la lega indissolubilmente alla sua terra
Non ? facile puntualizzare?io penso che in fondo ognuno di noi ha delle radici che vanno oltre gli anni della propria esistenza, cio? io sono nato in Palagiano molto prima di essere nato. La nostra storia inizia gi? dai nostri genitori, ritengo che abbiamo delle radici che ci fanno sentire bene quando si torna qui; non che non stia bene anche l?, anzi sto benissimo. Sono contento, felicissimo quando sto a Palagiano ma lo sono altrettanto quando sono libero tra persone semplici e molto umane l? nel nord-est brasiliano: la gente ti vuole un bene enorme e a loro puoi dare qualcosa poich? la gioia pi? grande ? vedere di poter essere ancora valido e utile agli altri. Tornare a Palagiano invece ? come tornare al proprio nido.
Un ricordo di Don Giovanni Pulignano
Una grande fratello, un grande amico che condivideva volentieri questo servizio che sto rendendo alla Chiesa in Brasile. Lui ? venuto ben due volte da me.
Un consiglio ai giovani palagianesi
In Brasile i giovani sanno giocare bene a pallone, sanno ballare il samba ma poi ideali non ne hanno tanti perch? l? si vive il giorno dopo giorno. Ai giovani palagianesi direi di approfittare della loro giovent? per non sciupare questi anni, di collocare le radici, di non seminare vento nella propria vita che si raccoglie tempesta ma piantare valori:coltivare generosit?, ragazzi che amano la pace, il servizio agli altri?capire che Palagiano un giorno sar? cos? come loro lo costruiranno, se gi? da ora collocano radici solide nella loro vita o sar? un Palagiano apatico, superficiale, appiattito se vivono senza ideali, senza progetti, senza valori.
Ho visto il suo fotolibro nel sito dell?associazione Nuovi Orizzonti di Castellaneta: bella opera ma non teme di essere strumentalizzato per questo suo modo di essere chiesa? Magari pu? esserci avversione?
No. Io vorrei che altri seguissero questa scia, questa strada che ? capitato a me aprire. Non trovo risposte gi? pronte, casomai, ma opposizione no, anzi, ho trovato sempre gente entusiasta di questo servizio anche se lo vede fuori dalla propria visuale.
Allarghiamo la prospettiva: la Chiesa di Giovanni Paolo II ? stata certo militante, qual ? la prospettiva del nuovo Papa secondo lei?
Io penso che c?? qualcosa al di sopra della Chiesa che conduce la Chiesa. Penso a Giovanni XXIII che si considerava un Papa di transizione e cambi? la Chiesa, come adesso il nuovo Papa dice egli stesso essere di transizione?so che ? molto intelligente, so che al di sopra di lui c?? lo Spirito di Dio che guida. Il futuro non ci appartiene, ho speranza senz?altro, sono sempre un uomo di speranza. Io vivo il quotidiano, il futuro lo vivremo se avremo tempo.
Cos?? la fede per Don Vincenzo?
E? una parola! -Sorride- Per me ? credere che Dio mi vuole bene sul serio. Quando si sperimenta questo?perch? fede significa credere, ma non a una dottrina bens? a un amore, credere che Ges? Cristo non ? venuto per dare una dottrina ma per annunziare, partecipare un amore.
Grazie
Grazie a voi che avete avuto attenzione a chiacchierare con me, facendomi riflettere un poco sul mio vivere.

Sar? un caso che gli anni che passano lo fanno assomigliare sempre pi? a uno dei primi apostoli?

Autore: Lorella Perniola
Fonte: Corriere del Giorno