La Sapienza: Ignoranza e Ipocrisia

7 Gennaio 2009 0 Di Life

Incredibile ma vero: alla Sapienza di Roma viene annullato l’invito rivolto all’ex brigatista Valerio Morucci a tenere una lezione da un illustre professore universitario.
Sarebbe una lodevole presa di distanze se nella stessa università, in passato, non fosse già salito in cattedra Renato Curcio, altro famoso ex brigatista. E, soprattutto, se ancor prima, non fosse stato concesso il medesimo diritto di parola al Papa.
Eppure, gli studenti, quelli dell’onda prima di tutto, rivelatasi poco più di uno sputacchio visto i deludenti risultati alle recenti elezioni studentesche, credo che si rendano conto che Curcio e il Papa non sono proprio la stessa cosa.

Dovrebbero sapere che cacciare il Papa significa cacciare non solo il massimo esponente della cristianità, ma anche gran parte della letteratura, delle scienze e della filosofia della tradizione occidentale che ne discese.
Lo sanno benissimo gli illustrissimi Prof, anticlericali inclusi, con i loro culi ben incollati sulle comode poltrone in pelle: a partire da S. Agostino a S. Tommaso e passare per Vico, Rosmini, Pascal e tanti altri, qui ci sono i più rappresentativi esponenti della nostra cultura.

Alla spocchia intellettuale dei professori della Sapienza i quali decidono arbitrariamente quali sono i promossi e i bocciati della storia, sarebbe superfluo ricordare che il pensiero, seppur caratterizzato da forti antitesi, tra pregi ed errori, ha sempre portato a riflessioni proficue.
Che parlino Curcio oppure Morucci non mi disturba e non mi offende, anche perché essi hanno pagato per i propri errori.
Il terrorismo è una pagina tragica e infame che appartiene alla storia italiana ed è giusto confrontarsi. Anzi, personalmente, se proprio devo dirla tutta, l’indignazione bipartisan sulla presenza di Valerio Morucci all’università non mi appassiona per nulla. Preferisco non pronunciarmi in quanto le polemiche che ne sono scaturite, fanno parte di un rituale collaudato che elude una seria analisi sui fatti del nostro passato(in generale) e si affida al solito opportunismo politico.

Ultima considerazione. A suo tempo, per giustificarsi del mancato invito indirizzato al pontefice, i faziosissimi professori della Sapienza, accusarono la Chiesa di essere portatrice di un pensiero ideologico e reazionario. Tuttavia, la domanda mi sembra più che lecita: se la Chiesa deve essere messa fuori dalle università in quanto messaggera di un pensiero così perverso, quanti secoli di storia dovrebbero essere banditi dalle università!? Cosa dovremmo farne dei tanti estimatori non pentiti del comunismo, la più disastrosa esperienza umana del mondo? In che cesso gettare milioni di libri!?

Mi spiace per Asor Rosa che continuerò a leggere e stimare per il suo pensiero voltairiano, però non posso fare a meno di condannare lui e molti suoi colleghi che un tempo civettarono col partito armato e che adesso si vestono di autorità suprema decidendo quali sono i dignitari del diritto di parola accademico.

Rispettosamente, barracuda