L’inutile “sacrificio”

15 Ottobre 2012 1 Di Life

La matematica dalle parti del PD è sempre un’opinione. Prima di Cifone ce lo aveva “spiegato” bene Ressa in diverse occasioni: quando volle addentrarsi nei meandri tecnici di un Capitolato sulla spazzatura, quando confuse allegramente tra milioni e miliardi di euro “illustrando” il Piano del commercio, quando in campagna elettorale provò a spacciare delle somme accantonate manco si trattasse di pronta disponibilità per cassa.

Anche nel presente caso, una volta giunta la sciocca ed inutile provocazione del consigliere Cifone – il quale ha avuto l’ardire di sostenere che in seconda convocazione la “maggioranza” avrebbe avuto i numeri per approvare da sé il provvedimento -, le opposizioni a mio avviso avrebbero dovuto mantenere la calma, abbandonare l’Aula e sfidare la “maggioranza” a voler verificare quanto di vero c’era nell’affermazione di Cifone.

A verifica effettuata, e fatto constatare che Cifone aveva confuso i numeri consigliari con quelli del Lotto, avrebbero dovuto pretendere le scuse e dal consigliere e dalla “maggioranza” tutta. Solo così, forse, più di qualcuno si sarebbe finalmente e definitivamente arreso all’idea che i numeri maltrattatati possono davvero far male a chi li maltratta.

Il consigliere Cifone aveva infatti incredibilmente dimenticato che, per cominciare anche solo a discutere la deliberazione in oggetto, “la legge richiede la presenza di un particolare numero di consiglieri”, ovvero, di “almeno la metà dei consiglieri assegnati al Comune”. Ora, stante l’impossibilità dei consiglieri Montemurro e Monaco a poter presenziare, quando mai la “maggioranza”, che è già ridotta a nove unità (contando oltre ai predetti anche il sindaco), avrebbe potuto raggiungere la soglia di “metà dei consiglieri assegnati”?

Inoltre, le medesime opposizioni, avrebbero dovuto battersi per ottenere immediatamente le dimissioni da assessore del geom. Petrocelli per i motivi che ora dirò.

So bene che quando si ha a che fare con la presunzione ispirata dall’ignoranza è difficile mantenere la calma, ma in certi casi va mantenuta a qualsiasi costo: poiché è dubbio che il provvedimento approvato, checché ne dicano l’ingegner Iannucci e il segretario comunale dott. Sgobio, e nonostante la rinuncia dell’assessore Petrocelli all’incarico professionale, abbia i crismi della legittimità legale.

La sola rinuncia all’incarico professionale da parte di Petrocelli non migliora affatto sotto il profilo della legalità il provvedimento adottato. Petrocelli risulta aver tenuto il piede in due scarpe fino al momento in cui il provvedimento approvato non è giunto in Consiglio e anche oltre, atteso che è stato egli stesso a relazionare su tale provvedimento, e non mi sembra che la rinuncia all’incarico, datasi successivamente, possa in qualche modo sanare retroattivamente quanto la legge esclude che possa accadere ed è invece accaduto.

Si badi, non sto insinuando che Petrocelli abbia potuto agire nell’interesse della Ditta e a scapito del Comune, sto semplicemente sottolineando come la legge, attraverso l’impianto prescrittivo di cui dicevo in un commento, dichiari non a caso incompatibile che si possa tenere lo stesso piede in scarpe diverse.

Provo a spiegarmi meglio con un esempio che va preso col massimo beneficio d’inventario.

Immaginiamo che due sodali decidano di svaligiare una banca. Uno dei due, all’indomani del furto, lo si potrebbe considerare meno responsabile del suo socio solo perché, a differenza di questi, decide di rinunciare alla sua parte di bottino? La rinuncia al bottino potrebbe annullare la sua partecipazione alla rapina?

Tale rinuncia comporterebbe quasi sicuramente una riduzione della pena da comminarsi nei suoi confronti, ma risulterebbe inefficace nel caso in cui la si volesse utilizzare per escludere che possa aver preso parte al reato consumato. Di fatto egli rimarrebbe un rapinatore anche se dovesse decidere di rinunciare ai frutti dell’impresa.

Di fatto Petrocelli, col suo “sacrificio”, alleggerisce la sua personale posizione ma non incide minimamente su quella dei consorziati, che potrebbero ben presto pentirsi di aver comunque ottenuto l’approvazione di un provvedimento tanto viziato sotto il profilo della legalità.

Mimmo Forleo