PER DAR VOCE A CHI NON CE L’HA. di Raffaella Intini

1 Dicembre 2010 0 Di Life

Un PAESE SENZA STORIA è UN PAESE SENZA CULTURA

“Il passato, il presente e il futuro costituiscono una trama su cui si innescano l’appartenenza, la specificità e il manifestarsi di una collettività”

Partendo da questa affermazione, io in qualità di cittadina e componente di una collettività, mi vergogno di farne parte e di vivere in un contesto impaludato dietro apparenze di vita benestante, ma privo di cultura e carente di rispetto verso il passato. Questa mia rabbia cresce e si alimenta ogni qualvolta mi reco in un luogo sacro quale il cimitero, portato negli anni a diventare un rudere, un immondezzaio, una vergogna per la collettività, per l’incuria di chi aveva il dovere di custodirlo e proteggerlo. Coloro i quali sono ospitati in tale contesto non hanno voce per gridare il proprio sdegno, il proprio disappunto.

Anche qui abbiamo creato le categorie: cimitero di serie A e quello di serie Z.
Dimenticavo loro non hanno voce per gridare che la morte non ha tempo e che va rispettata.
Le strutture della zona più vecchia per molti vanno demolite, rase al suolo, non hanno nessun valore.
Ebbene non saranno, forse, per alcuni un gran patrimonio artistico, visto con gli occhi della superficialità, ma rappresentano le nostre radici.
I defunti lì seppelliti sono coloro i quali hanno lavorato e sudato per noi, che ci hanno permesso di diventare quello che siamo, non meritano di essere dimenticati e trattati in modo indecoroso.

Dimenticavo ancora una volta, loro non hanno voce, per cui lasciamo che l’erbaccia cresca liberamente, lasciamo che cadano i calcinacci, lasciamo le impalcature finchè non giungerà un ruspa a buttare tutto giù, lasciamo i rifiuti per terra, sono una chicca, lasciamo che tutto scorra con la logica “E ce ma fè”.

Io penso che tutto può essere recuperato, tutto può esser conservato, tutto può essere rispettato, basta volerlo.

Non lasciamo che il tutto si giochi dietro la decisione di pochi, ma facciamo in modo che tutta la collettività possa essere partecipe e contribuire a dar voce a chi non ce l’ha.

Ins. Raffaella Intini