Ressa forse aveva ragione, ma adesso dovrebbe spiegarci alcune cose…

Ressa forse aveva ragione, ma adesso dovrebbe spiegarci alcune cose…

5 Febbraio 2012 1 Di Life

Ricorderete senz’altro che la polemica infinita (o quasi) sul servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti ebbe origine a causa di un’affermazione avventata fatta da Ressa. Con il passaggio dalla raccolta indifferenziata al porta a porta, a suo dire, la cittadinanza Palagianese avrebbe potuto nel tempo conseguire dei risparmi.

Di lì a pochi giorni, si era verso la fine del 2010, scoprimmo invece che ci sarebbe stato un aumento. E che aumento! Nel volgere di pochi anni, circa tre, il costo del servizio sarebbe cresciuto di un buon 40%, anche considerando i possibili proventi derivanti dal conferimento dei materiali raccolti. Lo stesso Ressa, a distanza di quasi due mesi, dovette arrendersi all’evidenza dei numeri e ammettere che il porta a porta “mal si conciliava” col contenimento dei costi e che, anzi, questi sarebbero lievitati in maniera “esponenziale”.

Sarebbe lungo riferire qui tutte le arrampicate sugli specchi e le rovinose cadute che fecero da seguito a quelle iniziali schermaglie; basti dire che Ressa, vistosi a mal partito, provò ad utilizzare le sanzioni annunciate dalla Regione Puglia contro i Comuni inadempienti circa le soglie minime di raccolta differenziata imposte per legge, per poter aver ragione almeno a posteriori. Purtroppo per lui, però, un banale calcolo matematico fu in grado di dimostrare che, anche applicando le sanzioni, la vecchia gestione continuava ad essere economicamente conveniente rispetto alla nuova.

Ricorderete pure che ci fu qualche utente che si disse disposto a fare qualche sacrificio economico pur di avere un ambiente più salubre. A nulla valsero i diversi avvisi, fatti valere contro le argomentazioni utilizzate da detti utenti, tendenti a far notare che la salute dell’ambiente non dipende esclusivamente dall’incenerimento dei rifiuti e che sarebbe bene far rientrare nel calcolo anche altre fonti inquinanti: come gli autoveicoli o la stessa ILVA che abbiamo a pochi chilometri di distanza.

Bene. Oggi possiamo dire di avere per le mani una notizia che non sappiamo se definire buona o cattiva. Potrebbe essere buona per Ressa, sfruttando la quale avrebbe modo di poter dire che lui aveva ragione nel sostenere che col porta a porta è possibile conseguire dei risparmi, ma potrebbe anche risultargli fatale, in quanto rafforzerebbe la sua fama di ottimo sperperatore di denaro altrui.

La notizia è questa: L’assessore all’Ambiente, Gianni Garrisi, presidente dell’Ato Lecce 1, porterà in giunta la delibera con cui si darà l’avvio al bando per il nuovo appalto che avrà un costo annuale di 13.778.454 euro a fronte degli attuali 13.600.000 […] l’Ato (di Lecce) pubblicherà il bando per la nuova gara, che prevede un servizio di raccolta porta a porta “spinto”, cioè diffuso in tutta la città (di Lecce) ad esclusione del territorio delle marine.”

Sì, avete letto bene. Nella città di Lecce, il passaggio dalla raccolta indifferenziata al porta a porta “spinto” comporterà un aumento dei costi equivalente a poco più di 178.000 euro, che è pari a un incremento percentuale dell’1,3%. Se poi si tiene conto che nella gara potrebbe darsi un diminuzione del costo, così come è avvenuto a Palagiano, se ne deduce che il passaggio potrebbe darsi a somma ZERO.

Confrontate adesso questi dati con quelli di Palagiano. Costo del vecchio servizio: 900.000 euro (Iva compresa). Costo del nuovo: 1.485.000 euro (sempre Iva compresa e considerando la somma che era iscritta nel bando). L’incremento percentuale è pari al 65%!

Per correttezza d’informazione è giusto aggiungere che i due progetti sono praticamente identici riguardo alle modalità di raccolta (porta a porta dappertutto con esclusione delle marine) e alla durata del contratto (nove anni). L’unica differenza è data dalla sperimentazione già in atto nel centro storico e in un rione della città di Lecce, ma dubitiamo fortemente che tale sperimentazione possa aver comportato un aggravio dei costi pari al 64% di quelli risalenti a quando non c’era la sperimentazione. Ciò significherebbe che il porta a porta è già operativo a Lecce, e che rimane da estenderlo a qualche via secondaria.

A conclusione di questi ricordi e confronti una domanda sorge spontanea: Va bene differenziare la raccolta dei rifiuti. Ma ci faccia capire, egregio Sindaco, a cosa serve differenziare (e di parecchio) anche il costo di gestione di tale raccolta?

Mimmo Forleo e Giacomo Di Pietro

PS. 1 Va da sé che la soluzione dell’enigma non la chiediamo a Ressa, se non in forma retorica, ma a chi si candida a sostituirlo perché, è lecito presumerlo, si dice soddisfatto delle mirabili imprese amministrative attuate da cotanto campione.

PS. 2 Un commentatore ha recentemente affermato che il dott. Tarasco sarebbe il candidato di una coalizione “moderata”. E meno male! Se, definendosi moderati, sono riusciti a far lievitare in un sol colpo del 65% il costo di gestione di un servizio, non riusciamo neanche a immaginare di cosa sarebbero capaci qualora si dicessero un po’ meno che moderati. Forse saranno davvero dei moderati (anche se a nostro modesto avviso sarebbe più esatto definirli modesti), ma quando si tratta sperperare denaro, questo è sicuro, non hanno da invidiare niente a nessuno in fatto di estremismo.