“Tutelare i diritti costituzionali del lavoro è una battaglia di civiltà”

“Tutelare i diritti costituzionali del lavoro è una battaglia di civiltà”

23 Ottobre 2012 0 Di Life

 
Dichiarazione di Paolo Beni, presidente nazionale Arci

E’ iniziata sabato scorso la raccolta di firme per i referendum promossi dalla Fiom, da alcuni partiti e forze sociali relativi all’abrogazione dell’articolo 8 della legge approvata nel settembre del 2011 dal Governo Berlusconi e delle modifiche all’articolo 18 dello statuto dei lavoratori introdotte dal governo Monti.
L’Arci ha in più occasioni ribadito la sua ferma contrarietà a queste norme, che modificano la struttura del diritto del lavoro, cancellando tutele e garanzie conquistate in decenni di lotte sindacali.
L’articolo 8 permette infatti di derogare ai contratti nazionali di lavoro attraverso accordi raggiunti in sede aziendale anche solo con alcune sigle sindacali. E’ in virtù di quest’articolo, per esempio, che la Fiom non ha più agibilità all’interno degli stabilimenti
Fiat, nonostante sia il sindacato con il maggior numero di iscritti tra i metalmeccanici. Con le modificazioni introdotte all’articolo 18, invece, è stato di fatto cancellato il diritto al reintegro sul posto di lavoro in caso di licenziamento senza giusta causa.
Siamo convinti che quelle norme vadano cambiate, ripristinando il principio della democrazia sindacale, della libertà e dell’efficacia della rappresentanza del mondo del lavoro, del diritto al lavoro, della piena dignità delle lavoratrici e dei lavoratori.
Crediamo che gli strumenti per raggiungere quest’obiettivo possano essere molteplici e tutti legittimi, il referendum come la modifica in Parlamento, nella prossima legislatura, delle norme più inique. Ci sono validi motivi per sostenere sia l’una che l’altra strada, tenendo conto che le firme di tanti cittadini a favore del referendum, che si terrebbe comunque solo nel 2014, col il nuovo Parlamento già insediato, possono svolgere un’importante funzione di stimolo al cambiamento.
Saranno i nostri soci e le nostre strutture territoriali a decidere, nella loro autonomia e a seconda delle diverse circostanze, se impegnarsi nei comitati referendari locali e nella raccolta di firme. Da parte nostra ribadiamo l’impegno a sostenere tutti i tentativi che verranno messi in campo per ripristinare pienamente i diritti del e nel lavoro.
Roma, 18 ottobre 2012
UFFICIO