Un “posto di marina” sulla costa palagianese rischia di scomparire

Un “posto di marina” sulla costa palagianese rischia di scomparire

4 Maggio 2014 1 Di Life

di Luigi Putignano
In un post inviato sul sito di informazione locale www.palagiano.net, postato da Paola Rochira del Circolo Legambiente di Castellaneta e Anzolin Preneste del Circolo Legambiente di Palagiano, dal titolo “Nella zona dunale tra Fiume Lenne e Fiume Lato si profila un nuovo “assalto” al nostro territorio e al nostro inestimabile patrimonio ambientale”, è menzionata una richiesta, risalente al 2 ottobre 2013 effettuata dalla Cooperativa agricola a.r.l. “A. Segni”, di autorizzazione paesaggistica per il “restauro e risanamento di un rudere ubicato nei pressi del fiume Lenne, che a detta degli estensori della segnalazione, si tratterebbe, in effetti, di una vera e propria ricostruzione – vietata! – mascherata con “recupero conservativo” (cit.).

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Il problema è che la costruzione potrebbe verosimilmente essere uno dei pochissimi manufatti ancora esistenti lungo la costa ionica occidentale che avevano una funzione di controllo della costa. Riporto degli screenshot di una mappa del territorio realizzata verosimilmente in età napoleonica e redatta in francese.
Nella mappa topografica (che non riporta la data ma che sicuramente risale agli inizi del XIX) si riconoscono chiaramente i toponimi di Fontaine di S. Marco, Pantaleo (appartenente alla famiglia palagianese che proprio in quegli anni si stava facendo strada nel capoluogo di circondario, Taranto) e la strada che si dirige verso la marina e che attraversa la lama detta Lamoscella, fiancheggia la cappella della Madonna della Stella, scende lungo la lama di Lenne e risale costeggiando la cappella di Santa Maria di Lene (di Lenne), costeggia la lama, oltrepassando la fontaine di Chiatono e scende verso la marina giungendo alla Poste di Lene, alla foce del omonimo fiume. L’utilizzo a scopi difensivi è evidenziato dalla stessa nomenclatura che riporta la vicina Torre di Lato, chiamata Poste di Lato, manufatto risalente al XVI secolo e unica torre d’avvistamento residua della costa ionica tarantina occidentale insieme alla torre Mattoni.
E’ anche probabile che la costruzione (vedere le due foto) risalga almeno al secolo XVIII, in quanto nel catasto Onciario di Palagiano, confezionato nel 1744, tra le “Tassa de’ cittadini” risulta esserci la “Provisione ad un cavallaro per la custodia della marina docati .72”, e anche “…Ad un altro Scodiere per custodia di detta marina senza cavallo docati .36”.
Il Corpo di Guardia era costituito da sentinelle e da “cavallari” che non appartenevano all’esercito regio, ma erano designate e retribuite direttamente dall’Università. Oltre al “Posto della Marina”, l’Università di Modugno possedeva altri due posti di carico ubicati presso Santo Spirito, nel territorio dell’Università di Bitonto.
Edifici simili, almeno nelle funzioni, a quello palagianese, se ne trovavano vari lungo le coste baresi. Uno di questi era “Il Posto della Marina” a Palese, un fabbricato ad un piano per il corpo di guardia posto a sorveglianza della costa, realizzato nel XVI secolo dall’università (municipalità) di Modugno

Tutto questo per dire che non solo è è fuori da ogni logica la ricostruzione del rudere secondo criteri architettonici differenti da quelli originari ma che sarebbe auspicabile una tutela, per la sua rarità nel territorio, da parte degli organi competenti. Ma tanto sono ruderi…