una favola per riflettere

20 Novembre 2006 Off Di Life

L?amico?Cos?? quello?? si chiedeva Martino guardando il bel numero in rosso che stava sul cancello di casa sua.
?E? un numero, come fai a non saperlo?
Sei grande e grosso e ancora non riesci a riconoscere i numeri? “Vergogna!? gli gridava sua sorella piena di stizza.

Martino viveva in una bellissima casa sulle Alpi, in un paesino distante parecchi km da Verona, da tanti anni.Aveva 24 anni ed i suoi parenti rinnegavano a chiunque la sua nascita.
Sua sorella, pi? piccola di lui, lo odiava e lo schifava, quasi come se fosse un insetto, un parassita nato per far dispiacere i suoi genitori.
Martino ? un ragazzo cerebroleso.
Nella sua mente, nella tarda sera, prima di addormentarsi, sognava grandi stelle fatte di panna montata e si addormentava ridendo e dicendo tra s? :?Che buone, sarebbe bello mangiarsele tutte in una sola volta!?.
Le sue giornate erano a volte inutili, ma per lui, erano tutte importanti perch? ogni occasione era buona per sognare.
E rincorreva il cane per ore nel suo giardino ed annusava i fiori colorati mentre un cielo estivo scopriva i timidi raggi del sole.
Dentro di s?, lui viveva immense avventure, tutte fantastiche.
A volte, sognava di essere un pirata e di conquistare immense flotte di navi.
A volte era un valido condottiero che combatte nemici immaginari. Sembravano strani racconti che nessuno ha mai scritto e che nessuno, oltre lui, riuscirebbe ad immaginare.
Certe volte, invece, guardava il cielo e si immaginava stelle asimmetriche, quasi impalpabili, che il vento portava via.
Trascorreva le sue giornate cos?, sentendosi qualcuno, sognando e ridendo tra s? per tutte quelle cose belle che immaginava.
Ma la sua vita non era alquanto bella.
I suoi genitori non lo facevano uscire se non per pochi istanti dal suo cancello, per paura, per vergogna.
E poi, a tavola, mentre si parlava soltanto dei buoni voti della sorella, per un attimo sentiva in lui l?affetto negato che da quando ? nato i suoi hanno riversato per lei, che lodano giornalmente, cos? tanto brava, cos? tanto normale.
Un giorno per caso pass? dal cancello di casa sua un ragazzo, chiedendogli una  informazione.
Era capitato proprio nel momento in cui aveva il permesso di uscire fuori dalla sue eterea prigione.
?Ciao occhi azzurri, mi sai dire dov?? Via Aue? E? questa??.
Aveva l?impressione che fosse straniero perch? un suo compaesano non gli avrebbe mai posto la domanda in tal modo.
Lui rispose balbettando:? I- Io no- non so?.-?Peccato? rispose il ragazzo, ?hai l?aria simpatica, moretto.
Sei di queste parti??-?Si? rispose Martino timidamente.-? Io mi sono trasferito da poco qui. Per? ? tanto bello vivere vicino alle montagne! Sai, ? stupendo alzarsi la mattina e guardare il sole che spunta dalle cime. Io amo questo posto. Tu??-?Si, i- io lo a- amo.?-?
Come mai balbetti? Dai, non essere timido! Sii tranquillo, io non ti mangio mica! Adesso devo andare, se vuoi domani passo a trovarti.
Ciao!?-?Ciao!? rispose Martino tutto contento di aver trovato un amico.-?Comunque io mi chiamo Cristian? grid? poi da lontano il ragazzo.-?Io?..Martino?.I giorni passavano e Cristian non si faceva vivo.
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L?estate, inoltre era finita e si preparavano lunghe giornate piene di pioggia.Il giardino era tutto inzuppato d?acqua, ed i suoi genitori non gli davano il permesso di uscire, neanche per un attimo.

Passava le sue giornate a guardare per ore la finestra, scrutandola cercando tra i cespugli l?unica persona che, in tutta la sua vita gli aveva donato solo per un momento tanto calore da riempirgli l?anima e il cuore.Ma ogni giorno le sue attese erano vane.

Un giorno i suoi genitori decisero di portarlo in un istituto per ragazzi disabili.?Starai bene a scuola?, diceva sorridendo la sorella guardandolo con un sorriso pi? di liberazione che di affetto, ? E poi, qualche volta ti verremo a trovare. Queste nuove scuole che fanno adesso sono davvero moderne e all?avanguardia!?.

Cos? era pronto per partire, ma dentro di s?, aveva ancora il ricordo del suo amico Cristian.
Guard? fuori dal cancello per un ultima volta e quando la macchina che lo portava via si allontan?, inizi? a piangere, senza farsi vedere.
Il viaggio fu un po? lungo ma per fortuna non lasci? le sue amate montagne.
Scese dalla macchina quasi con rassegnazione, e con infinito dolore segu? i suoi genitori dentro il  grande istituto.-?
Qui sar? seguito giorno e notte? diceva la signora che li accolse all?entrata, ? e non dovrete minimamente preoccuparvi di lui. Gli vorremo bene, e sar? educato e disciplinato come gli altri ragazzi?.

Posarono i suoi bagagli nella stanza e gli fecero successivamente visitare l?aula scolastica.Gi? dall?entrata Martino vide tanti ragazzi, tutti buoni buoni,  che scrivevano senza fiatare.Appena entrarono Martino fece un?esclamazione di gioia.
?Ti ricordi di me???Cristian!? grid? a squarcia gola, e corse ad abbracciarlo.
E pianse , pianse di gioia, per aver ritrovato il suo caro amico.
Fu allora che i suoi genitori si accorsero di quanto esso valeva ed erano gelosi del figlio che avevano da anni rinnegato.
Ma se ne andarono e non tornarono pi?.Martino vive con tanti fratelli e sorelle ed ? felice.
Cristian non lo ha abbandonato, e durante le feste, per non lasciarlo solo, lo porta con s?, nella sua famiglia.
Vive felice, e dentro di s?, adesso crea avventure dove ? un fantastico eroe.
E l?amore per l?amico ritrovato l?accompagner? per tutta la sua vita, e non si sentir? mai pi? rinnegato.

Neanche per un istante.