I COSTI DELLA CRISI LI PAGHI CHI L’HA CAUSATA

2 Giugno 2010 0 Di Life

Con una colossale opera di mistificazione della verità, si vuole far credere che la crisi del debito pubblico degli Stati è causata dall’eccesso di spesa pubblica, e in particolare dalla spesa sociale.

Al contrario, la causa risiede nell’enorme ammontare di risorse utilizzate per il salvataggio del sistema finanziario, che torna infatti, anche in Italia, a distribuire lauti dividendi e retribuzioni stratosferiche ai propri dirigenti. Invece di colpire la speculazione, la risposta dei governi è quella preannunciata nei giorni scorsi dalla grande stampa nazionale e internazionale e ribadita dal Fondo Monetario Internazionale: colpire quello che resta del modello sociale europeo. Ancora una volta, la crisi e l’Europa sono utilizzate dalle classi dirigenti e dai governi come pretesto per ridurre il reddito dei lavoratori e i diritti sociali.

Il governo italiano obbedisce a queste richieste e, dopo aver affermato che tutto andava per il meglio, adotta una manovra socialmente iniqua ed economicamente nociva.

La manovra è socialmente iniqua: vengono messe le mani nelle tasche degli italiani, con il blocco triennale delle retribuzioni dei dipendenti pubblici, con gli interventi sulle pensioni, con i tagli delle prestazioni sociali che saranno la conseguenza inevitabile dei tagli ai trasferimenti agli enti locali.

Si prepara intanto l’ennesimo condono, nuovo premio agli evasori.

In tal modo, si accentuano le diseguaglianze sociali, già enormemente cresciute negli ultimi anni, mentre l’attacco ai pubblici dipendenti rientra nella logica della svalutazione delle funzioni pubbliche. La manovra inoltre è economicamente nociva, perché riduce il reddito dei lavoratori e quindi la possibilità di sostenere per tale via l’economia reale. Si determinano così le condizioni per un ulteriore aggravamento della recessione e della disoccupazione.

Non è affatto vero che questa è l’unica via praticabile. Le risorse necessarie possono essere reperite con una seria operazione di contrasto all’evasione fiscale (che ha raggiunto la cifra di almeno 120 miliardi, 5 volte la preannunciata manovra); con una imposizione progressiva di solidarietà sui grandi patrimoni e sui redditi, pubblici ma anche privati, a partire dalle stock options, e dagli stipendi dei manager, tassando la speculazione finanziaria, riducendo le spese militari, a partire dal ritiro delle truppe italiane dall’Afghanistan.

La Federazione della Sinistra avvia su questi temi un’azione di informazione e mobilitazione del Paese, e chiede a tutte le forze dell’opposizione di non cedere a lusinghe bipartisan, ma incontrarsi invece per definire le misure da intraprendere contro la manovra e contro la politica reazionaria del governo Berlusconi.

Sabato 29 maggio mobilitazione in tutta Italia con “100 piazze contro la crisi”.Anche a Taranto la Federazione della Sinistra si mobilita con un sit-in e volantinaggio, a patire dalle ore 10,00 , al mercato settimanale dei Tamburi e davanti al mercato “Fadini”. Inserata (sabato-domenica) l’iniziativa si sposterà in vari comuni della provincia

Preneste Anzolin

Segretario Provinciale PRC