La Dr.ssa  Moschetti alla conferenza dei servizi per il rilascio dell’autorizzazione ambientale integrata all’ILVA

La Dr.ssa Moschetti alla conferenza dei servizi per il rilascio dell’autorizzazione ambientale integrata all’ILVA

20 Ottobre 2012 0 Di Life

Giovedì 18 io e il pediatra di Statte Piero Minardi siamo stati a Roma alla conferenza dei servizi per il rilascio dell’autorizzazione ambientale integrata all’ILVA che si è svolta presso il Ministero dell’Ambiente in rappresentanza dell’Associazione Culturale Pediatri

Allego il documento che abbiamo presentato.

Siamo stati ascoltati e poi abbiamo anche fatto una conferenza stampa in parlamento grazie alla cortesia del presidente nazionale dei verdi Angelo Bonelli

Allego il link per rivedere la nostra parte

http://www.ustream.tv/recorded/26241623

potete vedere anche la prima parte a questo indirizzo

http://www.ustream.tv/recorded/26241361

A.Moschetti

Conferenza dei servizi per il riesame dell’AIA rilasciata all’impianto siderurgico ILVA di Taranto 

OSSERVAZIONI

 dell’Associazione Culturale Pediatri di Puglia e Basilicata

“Questo vale per tutti gli uomini, ma specialmente per i medici e specialmente per i pediatri :guardare in là, quanto più in là possibile;non pensare solo all’oggi del tuo paziente,pensa anche al suo domani;non pensare solo ai tuoi pazienti,ma pensa anche a tutti i pazienti;non pensare solo ai presenti,ma pensa anche ai lontani e ai futuri;ricorda che ognuno di noi, ma i medici più di altri,e i pediatri forse più degli altri medici,ha una minima, ma significativa responsabilità nello scrivere la cultura del nostro tempo e fa parte, quindi, della storia del mondo”.

In memoria dell’amatissimo prof. Franco Panizon che  guardi “dall’alto del cielo”noi pediatri , tutti i bambini cui ha dedicato la vita e i bambini di Taranto per i quali ha sempre avuto uno sguardo attento e speciale .

 

In relazione alla revisione dell’AIA all’ILVA di Taranto, l’Associazione Culturale Pediatri di Puglia e Basilicata intende intervenire attraverso sue osservazioni allo scopo di offrire un contributo operativo per la tutela della salute della popolazione e dei bambini, che sono particolarmente suscettibili ai danni determinati dal contatto con le sostanze inquinanti presenti nell’ambiente e che, sulla base delle evidenze scientifiche ad oggi disponibili, hanno sofferto un prezzo notevole in termini di danni alla salute e di riduzione dell’aspettativa di vita nel contesto ambientale tarantino.

Per una disamina delle evidenze scientifiche si faccia riferimento al documento esaustivo prodotto da  AreS e ARPA Puglia “ Contesto epidemiologico e sanitario dell’Area di Taranto” del 26 settembre 2012 prot. 0050781 indirizzato al  Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, nel quale si sintetizzano le “principali evidenze epidemiologiche disponibili sull’area di Taranto che indicano la presenza di  rilevanti criticità sul profilo di salute delle popolazioni ivi residenti ed in particolare a carico dell’area urbana del capoluogo di provincia, rispetto alle quali diversi studi hanno dimostrato chiaramente il ruolo dell’inquinamento di origine industriale”.

PREMESSA

Si vuole osservare in premessa che l’acciaieria può essere autorizzata a produrre a condizione che, con certezza, non vi siano effetti nocivi per la salute umana e rischio per la vita degli esposti alle sue emissioni.

Tanto perché il diritto alla vita e alla salute sono costituzionalmente tutelati (art. 32 della Costituzione), e sono altresì riconducibili alla categoria dei diritti inviolabili riconosciuti dall’art. 2 della Costituzione e perché, inoltre, l’attentato all’altrui incolumità è illecito penalmente perseguibile. D’altra parte, come sancito dall’art. 41 della Costituzione, “l’iniziativa economica privata …non può svolgersi…in modo da recare danno alla sicurezza”.

La revisione dell’AIA, a nostro giudizio, non deve pertanto solo introdurre  trasformazioni migliorative, ma deve far si che l’esercizio dell’impianto regolato dalle nuove prescrizioni, non produca in alcun modo danno o rischio per la salute umana .

Difatti non può essere accettabile, a nostro giudizio,la semplice riduzione del rischio di malattia e di morte, laddove questi eventi siano completamente evitabili con altre possibili scelte .

Tanto premesso si osserva che  :

1)L’AIA  prescrive una riduzione della produzione di acciaio a 8 milioni di tonnellate/anno come misura migliorativa utile a prevenire il danno alla popolazione esposta agli inquinanti. A tal proposito si rileva che, da fonte ILVA ( rapporto ambiente e sicurezza 2011), negli anni 2007 -2008-2009-2010 la produzione di acciaio è stata rispettivamente di 9.360-9.056-4.610-6.964 milioni di tonnellate (Tx1000)

Pur apprezzando la determinazione di voler ridurre la produzione dell’acciaio, si osserva che la produzione media dell’acciaieria nei quattro anni considerati è stata di circa 7.5.(Tx1000); pertanto l’AIA autorizzerebbe nei fatti un incremento e non una riduzione della produzione rispetto a quanto è avvenuto nei passati quattro anni, periodo  in cui è stato peraltro documentato un danno da inquinamento alla salute dei cittadini esposti [1].

Si osserva, inoltre, che proprio nell’anno 2009 -in cui c’è stata la produzione minima di acciaio( 4.610 tx1000) – l’ARPA ha documentato nella centralina di via Machiavelli 1,3ng/m3 di aria di benzoapirene ( BaP) .[2]

Il benzoapirene è una sostanza cancerogena e genotossica oltre che  neurotossica e tossica per le vie respiratorie, per la quale non è noto un livello sotto cui non si producono danni per la salute umana[3]. Studi recenti documentano per una esposizione in gravidanza superiore a 2,26 ng/m3 aria una riduzione del Quoziente Intellettivo infantile di 4,5 punti. Nell’anno in cui la produzione di acciaio ammontava a soli 4.610 tx1000 , in condizioni di vento sfavorevole, tale livello è stato superato sia nel sito del quartiere Tamburi 3.88 ng/m3( Chiesa) che nel territorio di Statte 2.468ng/m3 ( Masseria del Carmine). Poiché il periodo sensibile per danni al Sistema Nervoso Centrale ( SNC) del feto è lunghissimo, estendendosi dal concepimento fin quasi alla nascita, la possibilità di danni ad esso determinato da picchi ripetuti di questo inquinante è elevatissima. Pertanto non può scientificamente considerarsi come parametro di sicurezza la media calcolata dell’inquinante in aria, quanto la presenza o l’assenza di picchi di concentrazione nel tempo. A titolo di esempio si faccia il caso del calcolo dell’assunzione media in un mese del comunemente usato paracetamolo: se la stessa dose viene assunta in unica soluzione in un sol giorno può produrre morte,se invece essa viene dilazionata nei 30 giorni risulta innocua, e ciò anche se il calcolo della media mensile è, paradossalmente, uguale. Poiché elevati picchi di BaP si sono riscontrati in una indagine effettuata durante un periodo di “bassa” produzione ( di circa la metà di quella che si vuole autorizzare ) non solo non v’è certezza dell’efficacia di tale misura di riduzione, ma v’è l’alta probabilità, in assenza di dimostrazione contraria, della inefficacia del provvedimento della riduzione della produzione nella misura stabilita di 8 Tx1000 .

2 ) La considerazione anzi presentata  ci  porta ad affrontare la problematica legata ai danni derivanti dal risiedere in prossimità di una acciaieria . Esiste documentazione scientifica che afferma la impossibilità, al livello attuale delle conoscenze, di ottenere un livello inferiore a 1ng/m3 aria di BaP nel raggio di 1700 metrida una cokeria [4].In questo raggio ricade non solo il quartiere Tamburi nella sua interezza ma anche la città vecchia. Pertanto, nonostante ulteriori interventi sugli impianti, allo stato attuale delle conoscenze non è possibile affermare con certezza che non vi sarà una esposizione della popolazione a questo inquinante. Risulta agli scriventi che la commissione AIA[5] si sarebbe espressa affermando che non sia suo compito quello di occuparsi dell’efficacia delle BAT. Si ritiene pertanto che le trasformazioni con intento migliorativo prescritte dalla revisione dell’AIA , otterrebbero una validazione, in termini di prevenzione dei danni alla salute sulla popolazione esposta , solo successiva alla loro applicazione, trattandosi di  provvedimenti la cui efficacia non è con certezza oggi nota, e che risulterebbe verificata soltanto nel tempo sulla popolazione. Si richiama a tal proposito l’attenzione sul fatto  che lo scopo di questa revisione dell’AIA è quello di migliorare lo stato di salute della popolazione danneggiata dall’inquinamento industriale, e che la misura di esito degli interventi è il miglioramento dello stato di salute della popolazione, non certo il miglioramento fine a se stesso degli impianti dell’acciaieria .

3) Questa industria, per  legge classificata come insalubre (dannosa alla salute) di prima classe, e che per definizione , oltre che per ovvie considerazioni , dovrebbe essere “isolata nelle campagne e tenuta lontana dalle abitazioni”[6] si trova non lontana dalle abitazioni e non isolata nella campagna, ancorchè non  inserita nel centro urbano. Si noti che la definizione di “campagna aperta” non lascia  dubbi sull’effettivo significato della dizione “distante dalle case”, definizione generica che potrebbe significare distante un metro o un chilometro, ma che risulta opportunamente chiarificata dal precedente riferimento alla aperta campagna. In questa condizione che il legislatore ha con chiarezza definito,la scienza ha documentato non esserci la possibilità, allo stato attuale dello sviluppo tecnologico, di mantenere il BaP a livelli inferiori a quelli di pericolosità  per la  popolazione residente: anzi, l’esperienza dell’ILVA di Taranto ha già dimostrato, come descritto in paragrafo 3,che vi sia piuttosto  la certezza che ben lungi dal perimetro di1700 metri e a produzione dimezzata rispetto a quella che si  intende autorizzare, il BaP,soprattutto in particolari condizioni di vento, abbia raggiunto livelli di pericolosità per la salute umana. Le  tecnologie che si intendono adottare dovrebbero provare che entro i1700 metri di distanza dalla fonte inquinante sia possibile non arrecare danno alla salute della popolazione, benché questa possibilità, attualmente, non sia data dalla conoscenza scientifica ,  Poiché nessuno può, ovviamente , disporre della vita degli altri, a parere degli scriventi non possono  essere ammissibili tempi di verifica, in cui attraverso progressivi e successivi interventi sugli impianti industriali, vengano valutati gli effetti sulla popolazione degli inquinanti emessi ai vari livelli succedutisi nel tempo di aggiustamento dagli stessi impianti . Tanto poiché  la morte è, come banalmente noto, ed al pari di taluni danni alla salute, evento irreversibile.

L’acciaieria, d’altra parte, non sorge oggi ,ma ha una lunga storia culminata con la imputazione, tra l’altro, e per i massimi dirigenti di essa, di “disastro” così come ritenuto dalla Procura della Repubblica di Taranto. Se, come noto,  per gli  impianti costruiti ex novo ed in condizioni opportune (con l’adozione  delle migliori tecnologie disponibili )vi è la necessità, comunque, di un monitoraggio cautelativo dello stato della salute delle popolazioni eventualmente residenti in  prossimità di essi , per l’ILVA di Taranto, la documentazione offerta dalla perizia medico epidemiologica prodotta al GIP di Taranto -che ha documentato la grave criticità  sanitaria- richiede che le misure  applicate per tenere in funzione l’acciaieria, siano dimostratamente idonee ad evitare nella maniera più assoluta la causazione di ulteriori danni. Qualora questo non fosse possibile,viceversa, è ferma convinzione degli scriventi,considerata la priorità del diritto alla vita, che si debba rinunciare a questo sito produttivo  .

4) Si osserva che la  fermata dell’Altoforno 5 ,allo scopo di effettuare interventi strutturali ,è prevista non oltre 1-7-2014. Poiché si presume un ruolo determinante di esso nella immissione di inquinanti in ambiente, si reputa che una sua non immediata fermata potrebbe comportare – sulla scorta della perizia medico epidemiologica su richiamata- un certo costo in vite umane, ragion per cui si reputa questa scelta non opportuna.

5)Come osservato nel documento di  AreS e ARPA Puglia “Contesto epidemiologico e sanitario dell’Area di Taranto” un recente studio scientifico effettuato su cittadini volontari residenti a Statte e Taranto nel periodo che va dal 2010 al mese di aprile 2012, haevidenziato una eliminazione urinaria di piombo superiore a quanto atteso per la popolazione non esposta professionalmente ad esso, e ad un campione di controllo residente in area della provincia non inquinata. Ciò in conseguenza verosimilmente  di una contaminazione ambientale da metalli pesanti presumibilmente immessi  dall’impianto siderurgico come affermano gli stessi autori dello studio scientifico ( Università di Bari ,ARES Puglia, ARPA ASL Taranto):  “The overall biomonitoring data support the existence of an environmental impairment by heavy metals in the area of Taranto and mostly in the municipality of Statte. This condition can be related to the presence of industrial plants, and in particular of a large integrated steel cycle factory in the area[7]. A causa della elevata pericolosità di questo inquinante, che può produrre danni tanto inapparenti quanto irreversibili per lo sviluppo neuro-cognitivo infantile, si afferma l’assoluta necessità della  riduzione dell’immissione in ambiente di questo inquinante,e che gli interventi da porre in essere abbiano reale efficacia in questo senso.

 

Tanto si doveva per contribuire ,doverosamente ed in ossequio agli obblighi su di noi ricadenti quali soggetti preposti alla salvaguardia della salute infantile, alla soluzione della grave emergenza sanitaria per la popolazione dell’area tarantina con particolare riferimento ai minori.

 

per ACP Puglia e Basilicata

 

Dr.ssa Annamaria Moschetti

Dr.Piero Minardi

 

Roma 18-10-2012

 

 



[1] perizia medico -epidemiologica per il GIP del tribunale di Taranto di F. Forastiere ed al.   E Studio SENTIERI fino all’aggiornamento al 2008

 

[3] direttiva  2004 /107/CE

[4] “Characterisation of volatile organic compounds and polycyclic aromatic

hydrocarbons in the ambient air of steelworks”Diane Ciaparra et al Atmospheric Environment 43 (2009) 2070–2079

[5] Allegato al  Parere istruttorio conclusivo nel quale si risponde alle osservazioni scritte delle associazioni .  Risposta alle osservazioni di Peacelinck

[6] D.M. 5 settembre 1994
Elenco delle industrie insalubri di cui all’art. 216 del testo unico delle leggi sanitarie

[7] Exposure assessment to heavy metals in general population in a

polluted area through biological monitoring Luigi Vimercati1, Francesco Cuccaro, ed al 2012