L’Accordo FIAT

12 Gennaio 2011 0 Di Life

Walter Veltroni: “ imprenditori e lavoratori sono legati da un comune destino”
Il destino degli operai FIAT e quello di Marchionne sono legati ad un comune destino?
Il concetto di modernità di Veltroni, del Pd, della destra italiana e degli imprenditori/manager alla Marchionne è incentrata sulla concezione della produttività tutta raccolta, nella interpretazione più tradizionale del punto di vista padronale, sull’incremento della intensità della prestazione di lavoro del dipendente, senza contenere alcun elemento di innovazione organizzativa diretto a consentire recuperi di produttività attraverso l’inversa valorizzazione del fattore lavoro, come ad esempio avviene all’interno delle linee produttive tedesche.

In Germania la SPD e l’IG Metal hanno detto a Marchionne di cambiare aria..e presto anche!!
In Italia il governo l’ha fatto accomodare sul suo “divano”!!
Le case automobilistiche tedesche sfornano ottime macchine, offrono salari più alti, investono in nuove tecnologie ed hanno maggiori profitti!!!
Forse sarebbe più attinente definire questa… modernità e non il “modello cinese” alla Marchionne!!

In Italia si tenta di fare quello che il capitalismo Usa ha già fatto là negli anni passati. Destrutturazione del movimento sindacale, aumento dello sfruttamento, delocalizzazione e finanziarizzazione (si veda peter olney su repubblica di domenica). Il risultato è la crisi in atto cui le destre rispondono aggravando la stessa ricetta come è ben evidente nella politica di austerity adottata dalla unione europea, con il rischio di un avvitamento drammatico e sempre più grave.
Mi sembra più in generale che nella vicenda Fiat come nel dibattito sulla crisi si preferisca guardare al dito piuttosto che alla luna cui è rivolto il dito del saggio.
Io come ovvio al refrain che la socialdemocrazia non sia sostenibile non credo affatto. Credo anzi che la frenesia delle sinistre negli ultimi 20 anni sia stata anche stimolata dallo smarrimento di ideali seguito al crollo di “un’ alternativa di sistema”, all’ imporsi di un credo economico unico che ha avuto carta bianca e ha manifestato un volto mostruoso.
In Italia peggio ancora, perché alla guida in questa fase non c’erano i socialisti da un punto di forza, ma dei comunisti alla D’Alema e alla Veltroni, con tante ansie di legittimazione e tanto da farsi perdonare.
Che la socialdemocrazia debba rinnovarsi negli strumenti non c’è dubbio. Ma questo tema l’ho già trattato considerando la svolta netta avvenuta nel PSE su scala europea.
L’emergere delle tematiche ambientali e la rinnovata necessità della dimensione internazionale sono fronti propri del socialismo del XXI secolo.
Tanto per dirne una, penso a programmi economici, energetici, di formazione, welfare a livello europeo; o aspettare che il mercato globalizzato possa avvenire sempre più senza barriere calpestando e cancellare in modo definitivo il sistema dei diritti individuali e collettivi nel lavoro??

Vincenzo Lorè
Sel – Palagiano